Antologia contro il Meridione? No, contro scrittori grandi e basta!

Antologizzare è difficile, se non impossibile. Ma quello che hanno combinato al Ministero dell’Istruzione è soltanto inconcepibile e inaccettabile. La denuncia arriva da Napoli, dove si è appena conclusa la rassegna del libro al complesso monastico di san Domenico Maggiore. Nell’Antologia del Novecento le indicazioni ministeriali escludono gli autori del meridione. L’idea era stata già della Gelmini, all’epoca del suo infausto passaggio al ministero di viale Trastevere. Ma chi l’ha sostituita, da Giannini a Fedele, l’hanno confermata in pieno. Autori come Alfonso Gatto, Corrado Alvaro, Leonardo Sinisgalli e via elencando gli studenti possono anche ignorarli. Nelle direttive ministeriali, nel vieto stile minculpop, questi e tanti altri autori non trovano spazio alcuno. Tutto questo è gravissimo e bene hanno fatto a protestare gli scrittori e gli autori intervenuti a Napoli alla fiera del libro. E’ un errore culturale soprattutto. Si dice, ormai da troppo tempo, che non è facile antologizzare il Novecento. Visto quanto denunciato suona come una scusa. Non è facile, quindi tagliamo all’impazzata e in una sola direzione, quella che porta agli autori meridionali. Sarà per il nuovo vento che tira su spintoni della Lega o per quale altro arcano motivo? Fatto sta che questa scelta ha già provocato proteste e rimostranze in ambienti meridionali già sferzati da ondate di neoborbonismo antistorico e gratuito. e cosi si induce ad un altro errore culturale. L’esclusione di autori come quelli citati è un grossolano errore non perché quegli scrittori sono meridionali, ma perché sono grandi scrittori e basta, che meritano di figurare nelle antologie scolastiche per il loro ineguagliato valore artistico e non ( o non solo ) perché meridionali.  Il loro merito è quello di avere creato grandi opere letterarie, non di essere nati al di sotto del Garigliano. Non si ha alcun merito a nascere in un dato luogo. Non lo decidiamo noi, mentre noi posiamo solo scegliere dove risiedere, Lega permettendo. E tanti scrittori campani, siciliani, calabresi hanno scelto di tentare altrove la loro avventura letteraria. Se gli antologisti ninisteriali avessero studiato un po’ di più avrebbero trovato che la letteratura, il giornalismo, il teatro della prima metà del ventesimo secolo sono in gran parte meridionali o, meglio, provenienti dal sud Italia. Ma non per questo meritano la giusta collocazione nelle antologie scolastiche, ma perché hanno caratterizzato la storia culturale del Novecento dalle avanguardie al Gruppo ’63, giusto per semplificare. Salvatore Quasimodo, appena arrivato a Milano, si sente chiedere da uno del posto: “Anche lei è salito al Nord?” e il premio Nobel ha risposto: “Io vengo da una terra che è un paradiso e dal paradiso si può solo scendere.” Senza autori di questa qualità il Novecento sarebbe stato tutt’altra cosa. E se venivano dal meridione portavano con sé la inarrivabile cultura greca, latina, bizantina e via dicendo. Una pioggia di sole nelle brume delle Langhe e della Padania. E’ ovvio che non tutti hanno recepito la lezione.

 

Enrico Esposito