Secondo Edgar Morin, per sconfiggere il terrorismo islamico, bisogna tornare al sogno di Lawrence d’Arabia, e cioè alla riunificazione del mondo arabo sotto una sola autorità politica. L’idea è suggestiva e appare anche ispirata a realismo politico meglio di tante blaterate soluzioni di leaders inadeguati cui purtroppo è demandata la ricerca di soluzioni a conflitti scatenati dal fondamentalismo jhiadista. L’84enne filosofo e politologo inglese denuncia ancora una volta la miope politica colonialistica anglofrancese, che ha portato agli inizi del secolo scorso all’invenzione di stati come Libano, Siria e Iraq, mentre ha lasciato irrisolte le questioni palestinesi e curde, e cioè la mancanza di uno stato per due popoli che reclamano da tempo il diritto a dotarsene. Nello stesso tempo va combattuto il fondamentalismo religioso che è alla base del conflitto con Daesh e il sedicente Califfato, ricordando che il Califfato storico garantiva libertà di culto a tutte le religioni, in spirito di tolleranza e cooperazione, mentre solo il Cristianesimo praticava l’intolleranza e quindi le crociate e i processi per eresia. A questo fine è indispensabile una battaglia culturale: “Dobbiamo introdurre – dice Morin – nei nostri paesi l’insegnamento delle religioni, non del cattolicesimo ma di tutte le diversità: perché la religione non è, come pensava Voltaire, un’invenzione della cura, ma, come diceva Karl Marx, è il sospiro della creatura infelice. In altre parole, è l’infelicità umana che alimenta la religione.” Sembra di ascoltare Leopardi. In ogni caso l’osservazione è calzante. Ma come fare? Sul piano politico ricostruire Siria e Iraq, dopo la guerra, sarà pressoché impossibile. “L’unica soluzione” conclude Morin “è riprendere, tornare a far rivivere il sogno di Lawrence d’Arabia, promuovendo una Grande Confederazione del Medio Oriente on cui sia ripristinata la libertà di culto.” Ci sarà qualcuno disposto a considerare tale proposta?