Il colombo che parla, finalmente!

L’aneddotica parlamentare occupa da sempre pagine rilevanti della storia delle assemblee legislative. Le topiche di deputati e senatori sono state oggetto di esilaranti articoli e testi di Guido Quaranta. Nella prima repubblica, racconta il giornalista, aduso a bighellonare nel Transatlantico di Montecitorio per catturare espressioni e trovate degli eletti rappresentanti del popolo , che un deputato, in attesa del caffè alla buvette, dice ai colleghi: “La legge che abbiamo testé approvato ha avuto un aiter parlamentare veramente tormentato”, credendo che iter fosse una parola inglese. Scoppi di ilarità irrefrenabile, ma interviene un altro deputato a giustificarlo: “Suvvia, è stato un lepsas”, anche lui con pretese anglofone, rispetto al latino lapsus”. Un altro deputato membro di una delegazione parlamentare, se non ricordo male, in Tunisia si stacca dal gruppo e per qualche minuto non lo si vede da nessuna parte del lussureggiante giardino presidenziale. Il capo delegazione è preoccupato e si appresta ad andarlo a cercare, ma ecco  il parlamentare ricomparire e chiedere scusa per l’inconveniente: “Mi sono distratto” racconta “per leggere e meditare su una lapide che ho trovato laggiù e che mi ha fatto ricordare la difesa di Toucher.” Il capo delegazione chiede di vederla questa lapide, non ricordando nessuna città di quel paese di nome Toucher e nessuna battaglia a difesa della stessa. E si recano sul posto. Ma qui trovano, piantata in un’aiuola, non una lapide ma una targa incorniciata sulla quale era scritto: “Defense de toucher!”, e cioè vietato toccare…  Le lingue straniere è sempre difficile apprenderle e decodificarle correttamente. Ma almeno questi due parlamentari, appunto,  parlavano. Ne ricordo un altro, per averlo letto non ricordo dove, del periodo giolittiano, uno degli ascari del politico di Dronero, che non prendeva mai la parola in assemblea, ma che votava sempre a favore del governo. Per questo lo chiamavano colombo muto  ( in calabrese palummu mutu). Un giorno nel pieno di una discussione, chiede la parola con grande sorpresa di tutti. Concessagli la facoltà di parlare così  verosimilmente parlò: “Signor Presidente, Onorevoli Colleghi! Il parlamento è alla base del nostro sistema politico ed il baluardo della nostra democrazia. In quest’aula si decidono i destini della nazione (approvazione dei membri di tutti i gruppi). Allora, signor Presidente, Onorevoli Colleghi, converrete con me che la salute di ciascun parlamentare è un bene da tutelare e garantire nell’interesse del paese. Pertanto, se nulla osta, proporrei di chiudere quella finestra in alto, da cui si insinua un freddo spiffero che potrebbe provocare qualche malanno in qualcuno di noi…” E si sedette sul suo scanno. Divertito sbigottimento generale. Il colombo aveva parlato e aveva fatto una proposta a salvaguardia della salute dei rappresentanti del potere legislativo. Finalmente!

Episodi divertenti, ma per qualcuno spia di ben altro. Se mi legge qualche amico grillino, e ne ho parecchi, si chiederà se vale la pena rimborsare le spese a siffatti individui . Sarebbe il caso di ricordare che la mistoforìa, e cioè la remunerabilità, proporzionata e contenuta,  delle cariche pubbliche, è nata con la democrazia greco-antica, spesso evocata a sproposito?

Enrico Esposito