Padre biologico e padre vero

Ce lo dice Cicerone da molti secoli. Il padre vero non è solo il parens (da pario, partorire), il padre biologico come si dice oggi, ma il pater. La differenza? Il parens di dà la vita, ti mette al mondo, il pater è quello che ti prende per mano, ti aiuta, ti sorregge nelle difficoltà, ti consola, ti fa crescere insomma. E lo fa gratis e con amore. Non sempre le due figure coincidono. “Padre, se anche tu non fossi mio padre/per te stesso ugualmente t’amerei.” Chi non ricorda questa bella poesia di Camillo Sbarbaro? Per cui si è dato non di rado che il padre cosiddetto naturale ti abbandona o non si cura di te, perché figlio indesiderato o per chissà quali altri motivi, mentre il padre che decide di considerarti figlio è sempre lì vicino a te, premuroso, sensibile, affettuoso. Chi, come me, ha vissuto in paesi calabresi ad alta densità migratoria, ha visto più di un caso di ragazzi ai quali si presenta all’improvviso un tale che si dichiara suo padre. E dov’era stato prima? In giro per il mondo, dimentico di aver lasciato moglie e figlio, in sua continua attesa. Poi ritorna e come se niente fosse successo vuole fare il padre con un figlio che non ha mai conosciuto. Ma il ragazzino si chiede chi sia il vero padre, quello che l’ha lasciato o quello che l’ha accolto e l’ha messo veramente al mondo, guidandolo e consigliandolo, educandolo insomma. La risposta è prevedibile. La paternità non è non può essere solo un fatto biologico. Se così fosse esempi illustri di padri generosi e figli devoti, senza vincoli biologici, non li avremmo mai avuti. Non c’è bisogno di fare nomi.