Se proprio si vuole riformare la Costituzione

Un consiglio alla sempre sorridente Elena Boschi e al suo logorroico mentore, Matteo Renzi. Se proprio vogliono riformare la Costituzione del ’48, che nella furia rottamatoria viene considerata vecchia e superata, vadano a rileggersi gli atti della Costituente e precisamente le proposte di assetto dello Stato che allora vennero respinte. Le troveranno di sconvolgente attualità. Piace ricordarne solo qualcuna. Per esempio quella di Costantino Mortati, costituzionalista e giuslavorista calabrese, democristiano. Proponeva, Mortati, una sala camera con un numero ridotto di deputati. Chi lo propone oggi e ignora per caso quella proposta nel’46, merita tutti i complimenti, se non l’offende essere stato preceduto da un costituente del ’46, per di più di riconosciuta competenza scientifica e di alto spessore politico e morale. E Mortati, inoltre, proponeva che il governo, una volta ottenuta la fiducia dal parlamento, non potesse essere sfiduciato per almeno due anni e mezzo, se non motivi gravissimi, come l’attentato alla Costituzione. La governabilità di cui di discute oggi era già all’ordine del giorno delle esigenze politiche della nascente repubblica. Insomma ce n’è abbastanza per concludere che spesso, come ammoniva Heidegger, il futuro è nelle origini. E non fa niente se i riformatori di oggi scoprono di essere stati anticipati di tanti decenni. Se ne facciano una ragione, per dirla alla Renzi.